Il sonno è un complesso processo fisiologico fondamentale per la vita e la crescita dei nostri bambini. Esso si divide in 2 fasi:
- il sonno non REM che a sua volta si suddivide in 3 stadi:
- stadio 1 o stadio di addormentamento (fase di transizione tra veglia e sonno)
- stadio 2 o sonno leggero (fase in cui compaiono delle figure caratteristiche come i fusi del sonno)
- stadio 3 o sonno profondo (fase caratterizzata da onde molto lente e ampie)
- il sonno REM: (Rapid Eye Movement) è caratterizzato da movimenti oculari rapidi e da una totale assenza di attività muscolare.
Il sonno non-REM e il sonno REM si alternano 4-5 volte nel corso della notte, con prevalenza del sonno non-Rem nella prima parte e di sonno REM nelle fasi successive.
Ma perché è così importante dormire?
Durante il sonno il cervello del bambino recupera energie e forze, struttura le esperienze vissute durante la giornata e sviluppa la capacità di apprendimento.
In particolare è nella prima fase del sonno, il sonno non-Rem, che avviene il recupero fisico, con produzione di citochine (proteine coinvolte nel corretto funzionamento del sistema immunitario).
Pertanto, poco sonno può determinare una ridotta produzione di citochine. Questo può determinare una maggiore vulnerabilità alle malattie.
La seconda parte del sonno, invece, il sonno-REM, è importante per lo sviluppo del cervello. Esso, consente, infatti, di consolidare la memoria, l’apprendimento e la secrezione dell’ormone della crescita.
Dormire bene è un requisito necessario per una crescita sana.
Ma perchè chi dorme non piglia peso?
Quale relazione c’è tra la mancanza di sonno, sovrappeso/obesità infantile?
Numerosi lavori scientifici dimostrano che chi dorme poco è maggiormente predisposto a sviluppare sovrappeso e obesità.
Questo fenomeno può riguardare quei bimbi che dormono meno di 10 ore a notte.
Un sonno inadeguato all’età, infatti, si associa ad un eccesso di grasso viscerale (grasso contenuto all’interno dell’addome). Il grasso viscerale è il principale responsabile della predisposizione a malattie cardiovascolari e al diabete.
Inoltre sono state evidenziate importanti alterazioni di alcuni parametri ematici come: la concentrazione di zucchero nel sangue, la secrezione di insulina e la sensibilità stessa all’insulina.
La spiegazione può essere attribuita allo stress generato dall’insufficiente quantità di sonno, che porta all’ aumento di un ormone, il cortisolo. Il cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali, determina a sua volta l’aumento di insulina, che si associa alla predisposizione a sviluppare il diabete 2.
Inoltre, il cortisolo, riduce la produzione dell’ormone della crescita (GH) e può indurre stanchezza, scarsa memoria, gastriti, mal di testa.
La mancanza di sonno porta, anche, all’aumento e alla riduzione rispettivamente di altri due ormoni: la grelina (prodotta durante la veglia) e la leptina (prodotta durante un buon riposo notturno). Il primo determina un aumento dell’appetito, il secondo è coinvolto nella regolazione del senso di sazietà. Pertanto un inadeguato riposo notturno, determina un aumento dei livelli di grelina ed una riduzione di leptina, con conseguente aumento dell’appetito e dello stimolo della fame.
In conclusione, un sonno quantitativamente e qualitativamente adeguato è alla base:
- del mantenimento di un corretto metabolismo glucidico
- della conservazione dei meccanismi di regolazione dell’appetito
- di un adeguato profilo pressorio
Le buone abitudini per favorire un buon sonno sia per quantità che qualità sono:
- Andare a letto presto e sempre alla stessa ora.
- Evitare di guardare la tv o di stare al computer prima di andare a letto (la luce di questi apparecchi può inibire la produzione di melatonina, importante ormone che consente il rilassamento e il riequilibrio del ritmo sonno-veglia).
- Evitare le bevande eccitanti contenenti caffeina e il fumo passivo.
- evitare le attività eccitanti (giochi o libri impegnativi o studio o attività fisica dopo cena).
- consumare una cena leggera e ben digeribile.